Le
origini del paese deriverebbero da un antico villaggio arabo
che si trovava alle pendici di Monte Caputo a
circa 310 m s.l.m. Il paese divenne famoso
durante la dinastia normanna in Sicilia
(circa sec. XII), infatti era qui
che i re normanni crearono un parco di
caccia.
La costruzione della bellissima chiesa e
del chiostro adiacente fu merito di re
Guglielmo II il Buono che una notte nel
1171 ebbe in sogno l'apparizione della
Madonna che gli indicava il posto di un
grandissimo tesoro nascosto con il quale
egli doveva erigere il tempio.
Egli, emulando i suoi predecessori che
costruirono meravigliosi monumenti tra cui
il duomo di Cefalù,
edifica un complesso monumentale che
supera le precedenti realizzazioni sia
come concezione che come ricchezza dei
mezzi.; tra cui il palazzo reale, il monastero
dei Benedettini con il chiostro
annesso (considerato da molti uno dei
migliori esempi di chiostri normanni al
mondo), e lo splendido tempio dove in un
unica enorme superficie di mosaico viene
raffigurata la cronologia dei rapporti tra
Dio e l'uomo, secondo la Bibbia.
Il re invitò un centinaio di monaci, con a capo
l'Abate Teobaldo, da Cava de' Tirreni
a trasferirsi nella nuova chiesa per officiare il
tempio e diffondere, in quella zona in cui
i mussulmani stavano prendendo il
sopravvento, la cultura cristiana.
Per sostenere questo gran compito Re
Guglielmo II assegna all'abbazia
numerosi feudi e dona molti privilegi,
eleva soprattutto l'abbazia ad
arcivescovado e assegna a quest'ultimo
numerosi possedimenti nella Sicilia
centro-occidentale, rendendo la chiesa di
Monreale una delle sedi più ricche e
ambite.
Questi privilegi attrassero numerosa
popolazione attorno al tempio e in breve
tempo si creò un nucleo abitativo
chiamato Monreale.
Nel 1182 Lucio III, elevò il titolo
di "Cattedrale Metropolitana" alla Chiesa di Monreale.
Successivamente la sede arcivescovile, fu
spesso assegnata a personaggi di
primissimo piano dal punto di vista
politico ed ecclesiastico, con conseguenze
non sempre felici per la popolazione,
infatti, un numero enorme delle rendite di
quei feudi non fu utilizzato a Monreale.
Però, durante il concilio di Trento
sec. XVI , fu imposto ai vescovi
l'obbligo di residenza nelle proprie sedi,
e a Monreale finalmente furono eletti
uomini illustri per nobiltà, e
famosi per cultura e mecenatismo.
Si consolida così una fiorente tradizione
di studi letterari, artistici e
filosofici. Ed escono da questi, nomi di
illustri poeti come Antonio Veneziano
nel '500 e il pittore Pietro Novelli
nel '600 e il filosofo Vincenzo Miceli
nel '700. Da ciò si evince che anche con
l'impulso dell'arcivescovo Francesco
Testa, Monreale divenne uno dei centri
più attivi della cultura siciliana.
La suggestiva chiesa madre, è il fulcro
della cittadina.
Lo stile è uno stile composito che unisce
l'architettura normanna con quella araba. La
chiesa è formata da due massicce torri
che fiancheggiano il portico d'ingresso,
che è formato da porte bronzee del
Bonanno Pisano, che narrano scene tratte
da narrazioni bibliche.
L'interno della chiesa è a croce latina
ed è tappezzato da splendidi mosaici in
oro che raccontano la storia del
cristianesimo. Le dimensioni dei mosaici
sono ragguardevoli, circa 7600 mq. e sono
risalenti all'epoca di Guglielmo II il
Buono.
Nella parete absidale si può notare una
splendida immagine del Cristo
Pantocratore. Il
chiostro quadrangolare è un'altro luogo
splendido, un capolavoro di arte e
scultura con 228 colonnine decorate in
maniera diversa. Alla fine, nell'angolo
meridionale si trova una fontana che evoca
il tronco di una palma, che rimanda a
forme mediorientali.
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