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Per
Arrivare: Da Agrigento.
Superstrada Porto Empedocle- Caltanissetta,
uscita Canicattì Nord.
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Visualizzazione ingrandita della mappa
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Situata
a 40 chilometri da Agrigento e Caltanissetta, Campobello
di Licata appare agli occhi dell’occasionale
visitatore immersa tra verdi colline, ricche di vigneti
e frutteti, e campi coltivati soprattutto a grano e
legumi.
Campobello
di Licata fu fondata come borgo feudale nel 1681. Non si
hanno notizie certe di nuclei di abitazione in epoca
precedente e non sembra avesse un vero e proprio centro
abitato. La costruzione di nuovi villaggi era cominciata
con l’immigrazione albanese nel XVI e fu di tali
proporzioni da trasformare la campagna siciliana. Il
processo fu favorito anche dalla fuga delle popolazioni
dalla costa verso l’interno, a causa delle incursioni
dei pirati, e dalle fattorie isolate verso i centri
abitati, a causa del brigantaggio.
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Valle della Divina
Commedia
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Palazzo del Duca
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La
scelta del posto dove edificare fu facile. Esisteva nel
feudo un poggio roccioso, con in cima una vasta spianata
dove si trovava la masseria del feudo. Tale poggio era
vicino a diverse abbondanti sorgenti d’acqua ed era
attraversato da una diramazione della “regia trazzera”
che passava ad oriente.
Il
barone di Campobello provvide alla costruzione della
chiesa e della castellania. La chiesa, l’attuale
chiesa Madre, fu dedicata a S. Giovanni Battista. La
facciata della chiesa guardava a ponente e costituisce
il transetto dell’attuale. La Castellania era un
complesso di costruzioni che servivano per i pubblici
uffici e per la residenza del castellano, nominato dal
barone. Si trovava nell’attuale piazza XX Settembre e
fu demolita all’inizio del 1900.
Il
paese crebbe in fretta.
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Nel
1700 le abitazioni erano di tre tipi. I palazzi per i
maggiori proprietari e “galantuomini” e i caseggiati
di varie dimensioni per i “burgisi”, piccoli e medi
proprietari, con vasti spazi interni per gli attrezzi e
i carri. In ultimo venivano le case dei nullatenenti,
dei braccianti: una o due stanzette in cui vivevano in
condizioni precarie. Buona parte dei primi abitanti
erano coloni coltivatori con terre di proprietà che
velocemente si misero nelle condizioni di partecipare
alle aste per la riscossione di dazi e gabelle, con
conseguente accumulo di ricchezze ed il sorgere di
grosse proprietà.
Nel
1734 il barone concesse a Campobello, borgo feudale, di
costituirsi in Comune.
Nel
1786 i Campobellesi si riscattarono completamente dalla
servitù feudale.
Il
secolo XIX è denso di avvenimenti. Pare fosse presente
a Campobello la Carboneria e numerosi campobellesi
parteciparono ai moti del 1820. Furono saccheggiate le
case di dazieri e gabelloti. Nel 1860 il paese partecipò
con sei “picciotti” all’impresa dei Mille. Le
vittorie garibaldine furono salutate da grandi
manifestazioni popolari. Nel1892 Campobello partecipa ai
moti dei Fasci Siciliani.
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Chiesa di S.
Giuseppe
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Chiesa
dell'Addolorata
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Nella
seconda metà del secolo XIX vennero realizzate le
strade rotabili Campobello -
Ravanusa e Canicattì – Licata. Queste nuove vie di
comunicazione aprirono il territorio ad un’intensa
ondata immigratoria favorita anche dall’apertura delle
miniere di zolfo. Da ricordare l’arrivo, per la
costruzione della ferrovia, di maestranze calabresi che
si stabilirono a Campobello e che fino a qualche anno fa
venivano indicati col soprannome “mussa luordi”
(musi sporchi) forse per l’abitudine di portare i
baffi. Sono della fine del secolo XIX importanti opere
pubbliche: biblioteca, illuminazione a petrolio, la
facciata della chiesa madre, l’orologio comunale, il
cimitero e la villa comunale.
L’attività
principale del paese era l’agricoltura : grano duro,
legumi, mandorli, olivi e uva. Prima che i vigneti
fossero distrutti dalla filossera nel 1883, Campobello
era un grosso centro agricolo di produzione vinicola.
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Dopo
la seconda guerra mondiale si sviluppò un forte
movimento contadino che portò all’occupazione delle
terre di molti feudi incolti. Le terre furono lottizzate
ed assegnate ai braccianti che si trasformarono in
piccoli proprietari. Sono da ricordare l’introduzione,
dagli ultimi anni ’70 in poi, dalle colture intensive
specializzate, in primo luogo l’ottima uva da tavola
Italia.
L’antica
tradizione che vedeva nobili e vescovi avere le loro
residenze abbellite da pittori, scultori e architetti,
è stata riportata in vita a Campobello di Licata.
Grazie
all’incitamento del sindaco Gueli e della sua
amministrazione, da un ventennio è stato dato il via ad
un’opera di trasformazione culturale ed artistica
della cittadina, da parte dell’artista italo –
argentino Silvio Benedetto. Dal 1980 a Campobello di Licata è in atto una
grande ristrutturazione dell’abitato con la
realizzazione di servizi e la costruzione di nuove
strutture pubbliche che hanno fatto diventare il centro
tra i più moderni dell’agrigentino.
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Chiesa Madre e
Municipio
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Chiesa Madre
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Il
Centro
Polivalente, situato alla periferia del paese,
moderno complesso che ospita diversi servizi e attività,
è il fulcro sul quale si basa tutta la vita culturale.
Il centro polivalente ospita una ricca biblioteca con
annessa sala di lettura, videoteca, ludoteca ed un ampio
e attrezzato Auditorium dove si svolgono i principali
incontri ed avvenimenti sociali e culturali, inoltre
accoglie corsi di formazione, laboratori, conferenze e
seminari.
Al suo interno vi è collocata la Trilogia
dipinta da Silvio Benedetto: “La presa delle terre”,
“La miniera” e “La semina” e, sulla balconata
circolare esterna della Torre dell’Osservatorio, il
“Micro – macro – cosmo”.
Campobello,
“Città
d’arte” per le numerose opere dell’artista che
si è cimentato nella realizzazione di piazze, spazi
verdi attrezzati, fontane , sculture, ceramiche,
mosaici, murales, fino alla grandiosa opera all’aperto
di 110 massi policromi dove è stata rappresentata la
Divina Commedia.
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L’artista
ha realizzato sulla facciata del Palazzo
Municipale (piazza XX settembre), in occasione del
terzo centenario della fondazione della cittadina (1981)
un murale suddiviso in sei momenti che seguono la
divisione architettonica del prospetto in sei spazi; in
alto è rappresentato il mondo cristiano e quello
pagano, a destra “La partenza dell’emigrato” e a
sinistra “Il lavoro della vigna” che rappresenta il
futuro. E poi ancora le “Donne alla fontana”, “La
lotta fratricida tra Caino e Abele” e infine una
testimonianza del duro lavoro della “Zolfara”.
Di piazza
XX Settembre, da notare l’interessante
pavimentazione artistica, contenente mosaici realizzati
con tecniche classiche e innovative, e due statue
bronzee che, poste ciascuna su basamenti di pietra rosso
Castellammare, segnano l’ingresso di questa piazza. Le
due statue raffigurano la “Donna con la quartara” e
“Il seminatore”. In sostanza le origini di
Campobello: l’acqua e la terra.
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Molti
altri spazi sono stati creati o rinnovati da Silvio
Benedetto, introducendo per la prima volta l’utilizzo
artistico di pietre rustiche e lavorate.
Piazza Aldo Moro,
presenta una sorta di continuità artistica con la
piazza XX settembre, un dinamico asse diagonale
culminante nell’incantevole “Fontana delle
fanciulle” con marmi lavorati, pietre grezze e bronzi.
Interessante la pavimentazione con marmi, graniti e
travertini.
Piazza
Tien An Men e Togliatti, collegate fra loro,
costituiscono l’Agorà, concepita da Benedetto nel
1984.
In
Piazza Tien An
Men è stato realizzato l’omaggio al lavoro, sia
manuale che intellettuale.
Il
monumento al lavoro manuale è articolato in due gruppi
bronzei : le grandi mani e l’insieme degli attrezzi di
lavoro.
L’altro
monumento è scolpito su pagine di pietra che richiamano
la grande poesia europea su massi collocati nelle aiuole
e sul basamento di un obelisco.
Di
particolare interesse la “Fontana
Canale” del seicento, restaurata da Silvio
Benedetto.
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Altre
opere si trovano in Piazza Martiri di Modena dove sono state collocate le pietre
policrome, i “Grandi fiori”, il monumento “La
pietra e l’acciaio” e “La metafora della
montagna”, rigoroso ritratto bronzeo di un atavico
volto mediterraneo.
Un
trittico si trova in via Momigliano nel piazzale dei poeti, il trittico scultoreo, “Le
porte con Donna – Sicilia”, “La porta barocca” e
“La vigna”. Altro intervento è il monumento ai
Caduti, una colonna litica centrale spezzata sovrastata
da bronzee colombe, e poco distante, il nuovo Monumento
ai Caduti in tempo di pace.
Sulle
pareti esterne della scuola
materna di via Edison, un murales dal titolo ”I
mille bambini”, dove sono raffigurati i volti dei
bambini campobellesi.
La
“Valle delle
pietre dipinte”, un’impresa colossale, meta di
turisti e visitatori. Si tratta di oltre 110 pietre
dipinte sulle due facciate che rappresentano la Divina
Commedia; un vero e proprio “museo a cielo aperto”.
La “Divina Commedia” sulla quale dal 1992 è al
lavoro Silvio Benedetto, è un itinerario attraverso le
pagine litiche collocate all'interno di un parco urbano
dedicato al capolavoro della letteratura, quelle pietre
ripercorrono il cammino di Dante nella Divina Commedia.
Prima l’inferno con i suoi colori accesi, con le sue
figure dilaniate dalle passioni: la lussuria,
l’avarizia… l’assurdità delle guerre e del male
che genera male.
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Manifestazioni
-
19 marzo Festa di S. Giuseppe
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marzo – aprile Settimana santa e Pasqua
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24 giugno Festa di S. Giovanni
-
Agosto "La bella Estate" di Campobello
con spettacoli concerti e manifestazioni
sportive e culturali varie
-
fine agosto Madonna dell’Aiuto con tradizionale
“Rietina” sfilata di carretti siciliani e
cavalcature
-
settembre Fiera delle Sette Terre
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Volti
e corpi femminili invitanti, paiono voler uscire dalle
pietre dove sono imprigionati. Altre figure, maschili o
antropomorfe, incutono orrore.
Il
Purgatorio con i suoi colori meno accesi, le donne pur
sempre belle, non sono più accattivanti e i loro occhi
guardano con tenerezza il mondo circostante; anche i
volti degli uomini e le loro figure possono godere della
speranza del paradiso imminente. In cima al paradiso una
Madonna col Bambino in cui il bambino è solo una sagoma
vuota tra le sue braccia.
Parco
Antico di “Iachinu Filì” è una delle aree rurali
più caratteristiche del territorio di Campobello di
Licata. Vi si trova una suggestiva necropoli con
numerose tombe a grotticella, risalenti all’antica età
del bronzo, alcune delle quali riutilizzate in età
bizantina. L’area è inserita in un contesto rurale
con piccoli fabbricati e colture tradizionali.
Campobello
di Licata con le sue antiche chiese, con i suoi palazzi
baronali e con i suoi murales e i suoi monumenti, si
candida a diventare centro d’interesse turistico. Sul
far della sera, terminate le attività lavorative, le
strade e le piazze si popolano di gente. I giovani si
ritrovano nei tanti locali : bar, pub, paninerie,
ristoranti e pizzerie.
La
sere d’estate offrono sempre un nutrito programma
d’intrattenimenti all’aperto, nelle suggestive
piazze dove si svolgono spettacoli di teatro, danza e
musica. Tra gli appuntamenti più importanti si
segnalano la festa di S. Giovanni (24 giugno), S.
Giuseppe (19 marzo), i riti Pasquali e la Festa della
Madonna dell’Aiuto di fine agosto con la tradizionale
Rietina, sfilata di carri siciliani e cavalcature.
L’Agosto campobellese con spettacoli, concerti e
manifestazioni.
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NOTIZIE
UTILI |
NOTIZIE
UTILI
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Municipio
Centro Polivalente,
Tel. 0922-870626
Guardia
Medica: Via Luigi Giglia,
Tel. 0922-877173
Carabinieri
Via Lautrec,
Tel. 0922-878787
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Ristorante
Pizzeria "La Madonnina", Via Edison,
Tel.
0922-870177
Ristorante
Pizzeria "La Barca", Via Gramsci,
Tel.
0922-878805
Ristorante
Pizzeria "Mississipi River", Via Luigi
Giglia,
Tel.
0922-877029
Ristorante
Pizzeria "Sun Flower", Via Luigi
Giglia,
Tel.
0922-870104
Pizzeria
"Paradise" Via Manin, Tel. 0922-878203
Pizzeria
"Blue Garden", Via Barbera, Tel. 0922-879835
Pizzeria
"La Divina Commedia", C.da Spina Santa Tel.
0330-960717
Alberghi
Campobello
di Licata : Case Albergo
per
informazioni rivolgersi allo 0922-870626
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