Per
arrivare :
Da Agrigento si prende la E 931, che
prosegue per Licata. Si esce allo svincolo
per Palma di Montechiaro |

Chiesa
Madre
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Visualizzazione ingrandita della mappa
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Palma di Montechiaro
– Terra del Gattopardo
Città
dalla profonda vocazione mistico – religiosa, Palma sorse dal 1637
per volontà dei due gemelli Carlo e Giulio de Caro e Tomasi a poche
miglia dall’antico feudo di Montechiaro.
Qui
ancora sopravvivono i ruderi imponenti del Castello,
di cui poco resta oggi all’interno dell’imponente mole quadrata
del fortilizio dalle robuste mura, un tempo completamente merlate.
Dalla torre il dominio sul territorio, sia della costa sia
dell’interno, si scorge un ampio panorama che merita una tutela
paesaggistica per le particolari capacità evocative di natura e
storia. Di notevole importanza, nella vicina Marina di Palma, è la Torre di San Carlo, fatta edificare dai Tomasi nel 1639 al riparo
dalle scorrerie corsare.
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Monastero
delle Benedettine |

Interno
della chiesa del convento |
Il
nuovo insediamento nasceva per il bisogno di un controllo
amministrativo e militare che proteggesse l’entroterra dalle
scorribande dei pirati. Con fervore mistico e un profondo spirito
religioso, i fondatori, Carlo e Giulio Tomasi, si ponevano come
intermediari fra terra e cielo, vagheggiando la costruzione di una
città ideale che fosse impronta di una nuova Gerusalemme, la città
di una nuova Terra Santa.
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I loro cittadini, raggruppati socialmente
in confraternite, vivevano uno spazio urbano organizzato in modo
spettacolare come un teatro sacro medievale, dove in luoghi deputati
potevano ripercorrere e meditare la vita di Cristo e avviarsi verso
un cammino di salvezza, ispirati dalla riproduzione di luoghi sacri
(Santa Casa di Loreto, Grotta di Betlemme, Calvario). Così nel
progetto dei duchi, antenati
di quel Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che, sarebbe divenuto uno dei
massimi scrittori del Novecento, la nuova città sarebbe dovuta
essere organizzata seguendo un piano urbanistico di forte valenza
simbolica.
Fu
l’astronomo e primo arciprete di Palma, il ragusano Giovan
Battista Hodierna, la cui fama oltrepassò i confini della Sicilia,
a redigere il progetto del nuovo centro, sulla base di complessi
calcoli relativi alla posizione degli astri nel giorno e nell’ora
della fondazione del paese.
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Palazzo
dei Tomasi
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Stemma
di famiglia dei Tomasi |
All’incrocio
delle due principali arterie viarie sorse il primo Palazzo
Ducale. Nel fervore di mistica esaltazione che caratterizzava
ogni loro atto, i Tomasi, tra il 1635 e il 1659, lo trasformarono in
monastero sotto la regola benedettina femminile.
Il
Monastero delle Benedettine è
il luogo dove la storia palmese si è sempre nutrita della linfa
profonda di vita spirituale, e, ancora oggi conserva la memoria
legata alla vocazione religiosa dei duchi di Palma.
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Sono famosi, infatti,
quali reliquia di uno straordinario prodigio, la lettera e il sasso
che il demonio in una feroce manovra di tentazione, avrebbe inviato
a Suor Maria Crocifissa della Concezione (Isabella Tomasi), figlia
di Giulio, noto per la sua “pietas” come il Santo Duca. |

Ruderi
del Castello
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Panorama
della costa |
Anche
l’autore de Il Gattopardo, giunto qua in visita nel 1955,
ricevette una profonda impressione dalla visita al Monastero, che
pareva ancora aleggiare degli spiriti della sua casata, tanto da
nascondere l’estatica figura della suora sua antenata dietro la
Beata Corbera del suo romanzo.
Su
tutte le costruzioni, a Palma, svettano il nuovo Palazzo Ducale e l’imponente Chiesa
Madre. Il primo fu costruito dopo che l’antica dimora
signorile era stata inglobata nel Monastero delle Benedettine (1653
– 1659).
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Acquisito dal demanio
comunale e recentemente restaurato dopo anni di grave degrado,
mostra un esterno semplice e compatto con due grandi facciate, una
verso il mare e l’altra a oriente, unite al livello del piano
nobile da un balcone angolare. L’edificio è tuttavia noto e
caratterizzato dalla notevole successione delle sale nei cui
soffitti lignei sono dipinti numerosi stemmi. Tra i molti si
distingue quello recante l’emblema dei duchi di Palma, il Gattopardo,
che avrebbe dato il titolo ad uno dei “casi” letterari del XX
secolo. |

Veduta
panoramica dalla torre San Carlo
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Altra
veduta panoramica dal castello |
A
pochi passi svetta l’enorme mole della Chiesa
Madre (1667 – 1703), una delle siciliane più grandi che , si
trova in cima ad una scenografica scalinata, ed è stata costruita
con cinque navate su probabile progetto di Angelo Italia, uno degli
architetti siciliani più sensibili alla lezione di Francesco
Borromini.
All’interno
sono custodite tele del palmese Domenico Provenzani (1736 –1794),
pittore epigono di Gaspare Serenario e Vito D’Anna e sensibilmente
aperto verso esiti rococò.
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Tra
le altre chiese di Palma meritano una visita quella dedicata alle
anime purganti (1646) e la chiesa del Collegio di Maria (1788).
A
pochi chilometri da Palma, al confine con il territorio di
Agrigento, il sito di Monte Grande, presso Punta Bianca, offre la
possibilità di visitare le più antiche miniere di zolfo della
Sicilia (la cui presenza è qui singolarmente connessa ad un
santuario consacrato alla fertilità) e di godere di splendidi e
rari paesaggi marini.
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Il
castello
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Ruderi
della chiesa di S. Maria della Luce |
Manifestazioni
Maggio
Festa della Madonna
del Castello
8
settembre
Festa
della Patrona
Dicembre
Presepe nella
scalinata della Chiesa Madre
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Facciata
della Chiesa di S. Maria della Luce
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Interno
della Chiesa di S. Maria della Luce
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NOTIZIE
UTILI |
NOTIZIE
UTILI
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Ristoranti
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Donnafugata
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La
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La
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