Castello Normanno,
costruito nel 1076, interamente in pietra lavica, su uno sperone
roccioso di magma cristallizzato. Rinvenimenti archeologici,
soprattutto sottomarini, esposti nelle vetrine del museo Civico,
attestano la frequentazione della rocca sulla quale oggi si ergono
le rovine del castello normanno, già in epoca greca e romana, per
la sua posizione strategica. L’arrivo degli Arabi fu segnato da un
periodo di guerre e distruzioni. La fortezza sulla rupe fu distrutta
dall’emiro Ibrahim nel 902. La costruzione del castello di cui
oggi si possono ammirare le strutture superstiti, dagli splendidi
archi a sesto acuto, si deve porre all’epoca della conquista
dell’isola da parte dei normanni Roberto il Guiscardo e Ruggero
d’Altavilla.
Il
castello fu in seguito concesso ai vescovi di Catania che proprio
qui, nel 1126, ricevettero le reliquie di S. Agata, riportate in
patria da Costantinopoli.
Dalla fine del XIII secolo fino all'età dei Viceré, il castello e'
stato testimone di una lunga diatriba tra gli aragonesi di Sicilia agli angioini di
Napoli, quando il re di Sicilia Federico III d'Aragona, tolse il fondo di Aci
e l'annesso castello ai vescovi di Catania e lo concesse all'ammiraglio Ruggero di Lauria come premio per le sue imprese militari.
Quando però esso passò agli angioini, il re fece espugnare il castello
entro il quale si erano asserragliati i ribelli.
Durante il XVI secolo il castello passò nelle mani di diversi privati,
e fu adibito anche a sede di una guarnigione che segnalava eventuali
pericoli provenienti dal mare..
Nel mentre la fortezza assolveva anche alla funzione di prigione. Ci
sono pervenute testimonianze dalle quali si evince che spesso i
prigionieri, date le pessime condizioni del luogo, spesso venivano lasciati morire d'inedia nelle
segrete.
Agli inizi del XX secolo il castello divenne un deposito di
masserizie e durante la seconda guerra mondiale una grotta della rupe venne usata come rifugio antiaereo.
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