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STORIA
Il territorio era stato già abitato in età preistorica, come testimoniano numerosi reperti archeologici
La città forse fu fondata, secondo Diodoro, da Dionisio I, tiranno di Siracus., In località Cartalemme, sono visibili le mura ciclopiche, elevate in occasione della XCV Olimpiade, dal IX al V sec. a. C.
Adranon era, di fatto, un fortilizio militare, a guardia di un crocevia importantissimo verso Enna e Gela a ovest, Catania, Nasso e Messina a est.
Dopo un periodo romano, bizantino e gotico, s’ insediarono gli arabi che furono abilissimi agricoltori e artigiani e si distinsero per un notevole progresso che continuò sotto i normanni, che lasciarono che i saraceni portassero avanti le loro attività rivelatisi così proficue. A questo seguirono gli Svevi che, invece, si rivelarono rovinosi per l'economia del paese vista la persecuzione contro gli Arabi. Altrettanto poco proficui furono gli Angioini e si pensa che storpiarono il nome di Adernio in Adernò. Solo nel 1929 è stato ripristinato il nome di Adrano
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DA VEDERE
In Via Umberto I, la torre-castello, che si vuole edificata nel sec. XI dal conte Ruggero. Ha forma quadrata e aspetto massiccio, poggia su una solida base di pietra, rafforzata agli angoli, e si erge sino a 34 metri; di guardia, all'ingresso, ai piedi di una scala, stanno due leoni di pietra, con gli stemmi degli Sclafani e dei
Moncada. Il castello ospita oggi il Museo archeologico regionale di Adrano che espone nelle tre sale a piano terra, reperti dell'età neolitica e del bronzo; e altri reperti (da
Mendolito, Adranon, Etna) nel secondo e terzo piano.
Vicino al Castello abbiamo la Chiesa
Madre, dedicata all’Assunta, anch'essa normanna in origine, ma risistemata e restaurata nei secoli successivi sino al 1811. La facciata è stata rifatta nel sec.
XX. Nella decorazione pittorica dell'interno, a destra e a sinistra del transetto, sono interventi dello "Zoppo di
Gangi" (Salamone e Gabriele, l'Annunziata e Davide).
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In Via Roma, la chiesa di
Santa Lucia (l'enorme monastero è oggi una scuola), fondata nel 1156 dalla contessa
Adelaisa ricostruita nel 1775; la chiesa ha un’imponente facciata su tre ordini, bel portale colonnato, pianta ellittica, decorazioni eleganti, un coro rococò e, nel primo altare di destra, un quadro di Giuseppe
Rapisarda, pittore catanese dell'800, Santa Lucia condotta al supplizio. La chiesa del Rosario è della fine del '700, mentre l'attiguo convento dei Domenicani è precedente, 1596.
In San Francesco, nella piazza omonima, c'è un interessante Crocifisso policromo, in legno, di fra’ Umile da
Petralia, sec. XVII, che a questa reiterata produzione religiosa dedicò la sua vita e la sua arte. In San Francesco si trovano anche resti della cinta murarla dell'antica città.
Fuori città, sul vicino fiume Simeto, sono da vedere il ponte dei Saraceni (più probabile, trecentesco), ad arco ardito, e, un po' dopo, il ponte-acquedotto dei
Biscari, 720 metri, 31 archi, costruito nel 1761 e rifatto trent'anni dopo.
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