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DUCEA DI NELSON

 

L'Abbazia di Santa Maria di Maniace (chiamata anche Ducea di Nelson, Castello di Nelson e Ducea di Maniace) si trova al confine fra i comuni di Bronte e Maniace, in provincia di Catania. Fu fondata dalla regina Margherita di Navarra nel XII secolo. Verrà donata insieme al feudo nel 1799 da Ferdinando di Borbone all'ammiraglio inglese Horatio Nelson. Oggi il complesso è stato musealizzato.

Indice [nascondi]
1 Storia 
2 La struttura attuale 
2.1 La festa di San Sebastiano 
3 Correlazioni interne 
4 Correlazioni esterne 
5 Note 
6 Bibliografia 



Storia [modifica]
La storia della fondazione del cenobio Santa Maria di Maniace è avvolta da un alone di mistero.

Molto probabilmente sul luogo esisteva un piccolo borgo fortificato in epoca romana e poi bizantina. Il nome deriva dal generale Giorgio Maniace che, inviato in Sicilia dall'imperatore Michele IV nel 1038. Nel 1040, con al seguito un esercito composto da bizantini, lombardi e normanni, Maniace avrebbe affrontato in questo luogo truppe musulmane. Lo scontro dovette essere tremendo, tanto che il fiume vicino - da allora chiamato appunto Saracena - si colorò di rosso a causa del sangue versato. A vittoria ottenuta per ringraziare la Madonna, il generale fece costruire un piccolo cenobio e vi donò una icona che - narra una leggenda - sarebbe stata dipinta da San Luca [1]. La prima citazione storica fu quella di Edrisi che ne parlava nel 1150, citandola come Manyag o Giran ad-Daqiq[2] (o Ghiran ed-Dequq, cioè "Grotta della Farina"). Secondo altre fonti, Maniace avrebbe fondato direttamente un borgo, a presidio della trazzera regia.


Il cenobio in seguito fu abbandonato - forse a causa del terremoto del 1169 - e decadde. Nel 1173 la regina Margherita, madre di Guglielmo II detto il Buono, vi fondò un'abbazia benedettina dedicata a Santa Maria ed assegnò a questa un feudo di notevole estensione. Il francese Guglielmo di Blois fu il primo abate. Della struttura originaria non si ha notizia, probabilmente compredeva solo la chiesa e qualche vano annesso. L'importanza dell'abbazia crebbe negli anni, sostenuta anche dalle notevoli ricchezze derivanti dalle rendite agricole. La stessa regina Margherita vi si sarebbe rinchiusa, negli ultimi anni della sua vita, apportando una notevole dote ed accrescendo ulteriormente le strutture, che secondo alcuni studi sarebbero state maestose. Nel 1373 si parla di fortilicium del monastero, e nel 1422 turris. Quindi è probabile che la definizione di castello venne adottata dopo questa data.

Successivamente venne gestita, probabilmente in maniera poco accorta, da una serie di abati commendatari fra cui il cardinale Rodrigo Borgia, futuro pontefice Alessandro VI dal 1471 al 1491.


William SharpL'abbazia, insieme al cenobio di San Filippo di Fragalà (in comune di Frazzanò, nella provincia di Messina) venne dato dal pontefice Innocenzo VIII nel 1491 all'Ospedale dei Poveri di Palermo. Nel 1585 ai Benedettini, subentrarono i Basiliani ai quali successero, i Frati Eremiti di S.Agostino, e successivamente i Francescani. Nel 1693 il terremoto del Val di Noto arrecò gravi danni alle strutture e la successiva ricostruzione alterò in parte il fabbricato originario.

Il 3 settembre del 1799 il Re Ferdinando di Borbone donava la ducea di Bronte ed il complesso di S.Maria di Maniace all'ammiraglio inglese Horatio Nelson in segno di riconoscimento per l'intervento della marina inglese durante la Rivoluzione Napoletana. Da allora e negli anni in seguito il castello porterà il cognome dell'ammiraglio inglese, anche se storicamente è quasi certo che questi non l'abbia mai visitato. Quindi passerà agli eredi Nelson, i Nelson Hood, visconti di Bridport che lo gestiranno sino al XX secolo.

La Ducea, pur disponendo di estesi latifondi dove lavoravano una notevole massa braccianti fu interessata solo marginalmente dai moti siciliani del 1848, dal Governo Rivoluzionario di Ruggero Settimo del 1849, dai Fatti di Bronte avvenuti a seguito dell'impresa garibaldina del 1860 e dai Fasci Siciliani, che passò rimanendo sostanzialmente integra. Alla fine del XIX secolo verrà abitato dal poeta scozzese William Sharp che qui spirerà e sarà sepolto il 14 dicembre 1905.

Per approfondire, vedi la voce Strage di Bronte. 

Durante la Seconda Guerra Mondiale sarà espropriato e sede di comando militare tedesco. Con la fine della guerra, tornerà agli eredi Nelson - Bridport, anche se sarà largamente ridotto in conseguenza alla riforma agraria degli anni '50.

Pur se in parte svuotato dalle ricchezze e fatiscente, il complesso nei primi anni '80 del XX secolo verrà acquisito dal comune di Bronte. Dopo una ristrutturazione a fini museali oggi è pubblicamente fruibile.


La struttura attuale [modifica]
Del grandioso tempio dedicato alla Madonna dalla regina Margherita rimangono le navate, uno splendido portico gotico-normanno e l'icona bizantina - secondo la leggenda dipinta da San Luca. Dietro la chiesa, in quelli che furono i magazzini, alcuni scavi hanno riportato alla luce l'abside dell'antica costruzione normanna. Inoltre si possono osservare due torrette medievali ed un grande parco all'inglese. Dell'antico castello rimane poco, oltre le torrette citate ed una parte della cinta muraria, in quanto gli ambienti furono riadattati dagli eredi di Nelson a scopi abitativi o a magazzini al servizio dell'agricoltura, ma sono visitabili ed espongono alcuni cimeli d'epoca appartenuti all'ammiraglio. Nel cortile interno vi è una croce celtica dedicata all'ammiraglio Nelson. Nel parco si trova invece un piccolo cimitero, dove spicca una croce celtica in pietra nera dell'Etna, che indica la sepoltura del poeta scozzese William Sharp.

 
 
 
 
 
 
 

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