Chiamata anche «a' cubola» dai locali, la cuba di Santa Domenica è forse la più importante cuba bizantina presente in Sicilia, monumento nazionale dal 31 agosto del 1909[2] grazie allo studio del rudere effettuato da Sebastiano Agati.
L'edificio ha le caratteristiche tipiche della cuba, ovvero è rigidamente geometrico e basato su forme essenzialmente cubiche pur se allungato. Così Santa Domenica si presenta a croce greca con pianta quadrata, cupola e tre absidi («cellae trichorae» o «chiesa a trifoglio»). L'abside posteriore ha una bifora rivolta verso oriente affinché, secondo tradizione, durante la veglia pasquale la luce della luna piena entrando nell'edificio attraverso l'apertura desse inizio alla Pasqua. Le altre due absidi contenevano ciascuna una piccola cappella. La cuba, costruita con pietra, blocchi lavici, malta e materiali in cotto internamente era ricca di affreschi di fattura bizantina, oggi perduti. La facciata è a due ordini. Nel primo vi è l'ingresso principale che è caratterizzato da un arco ed è di maggiori dimensioni rispetto agli altri due presenti ai lati. Nel secondo ordine della facciata si trovano due finestre ed una trifora di dimensioni considerevoli. Secondo alcuni accertamenti recenti[3] la facciata sarebbe stata preceduta da un portico o nartece per penitenti e catecumeni, mentre il tetto e la pavimentazione sarebbero stati in cotto. Le finestre hanno una particolare forma a «testa di chiodo». Nell'interno a tre navate, divise da una serie di pilastri quadrangolari, la cupola centrale è arrichita da volte a crociera e da minime tracce degli intonaci originali. Dopo anni di degrado la chiesa è stata oggetto di restauro negli ultimi anni. Durante i restauri è stato rinvenuto uno scheletro di probabile datazione bizantina che farebbe supporre la presenza di un attiguo cimitero basiliano [4].
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