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STORIA
Forse il territorio fù abitato dai siculi, come testimoniano delle cellette funebri dell’ VIII secolo a.C., poi dai siracusani, cartaginesi e romani.
Nel Medioevo era uno dei casali del territorio e apparteneva al monastero di Maniace.
Nel 1520, un decreto di Carlo V riunì vari casali, per una migliore riorganizzazione amministrativa e fiscale, e
così nacque la città di Bronte che l'Etna devastò nel 1651, 1832, 1843. Ferdinando III, nel 1799, tolse Bronte all’Ospedale di Palermo, che all’epoca la possedeva, e ne fece una ducea che donò per di gratitudine ad Orazio Nelson e ai suoi discendenti, che lo aveva riportato sul trono di Napoli.
Dai Nelson, verso la fine del secolo scorso, il titolo passò al generale Bridport.
Bronte è ricordata anche per le polemiche storiche a causa della rivolta popolare del 1860, quando la città divenne teatro di scontri e rivolte, che videro l'eccidio dei cosiddetti "cappelli", ossia di quei cittadini più agiati, per mano degli stessi concittadini. In quell'occasione Nino Bixio, mandato da Garibaldi per sedare il tumulto, fucilò davanti al popolo brontese i condannati. L'evento è rimasto noto come "i fatti di
Bronte"
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MONUMENTI
Le varie chiese monumentali, costruite tra i primi decenni del '500 e la prima metà del secolo seguente, si presentano nelle semplici e classicheggianti forme del tardo Rinascimento siciliano, sono quasi tutte caratterizzate da campanili cuspidati e merlati: così la
Chiesa di San Giovanni, la Matrice della Santissima
Trinità (che conserva un pregevolissimo crocifisso ligneo del '500) e la
Chiesa dell'Annunziata (del 1535, custodisce al suo interno una Annunciazione
gaginesca). Più rimaneggiate nel periodo barocco sono le
Chiese del Sacro Cuore e del Rosario, con pregevoli decorazioni.
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Nel Corso Umberto, si erge il
collegio Capizzi, costruito nel 1774-79, un palazzo monumentale, con la facciata rococò, apprezzato istituto d’educazione. A fianco, è la chiesa del Sacro Cuore.
Tra i monumenti del patrimonio brontese vi è il Castello di Nelson, a circa 13 Km, che, pur trovandosi in territorio di
Maniace, è di proprietà del comune di Bronte.
E’ un grande palazzo , ex abbazia benedettina, fatta costruire, circa nel 1173, da Margherita, moglie di Guglielmo I, nel luogo dove Giorgio
Maniace, nel 1040, aveva sconfitto i Musulmani (infatti, il nome è anche Castello di
Maniace).
Oggi il Castello, situato all'interno di un rigoglioso parco circondato da vecchie mura,ospita, nel museo all'aperto, opere in pietra lavica, e racchiude la
Chiesetta Normanna di Santa Maria di Maniace, dove è conservata, insieme al trittico gotico, la preziosa icona bizantina della Madonna del XI secolo.
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