Per arrivare : da Catania, si prende l'autostrada A18 CT-ME e si esce allo svincolo per Fiumefreddo. Si prende la SS 120 per Randazzo e si arriva a destinazione.

Panorama

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Chiesa di Santa Maria

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Randazzo

 

Randazzo, posta a 754 metri sul livello del mare, tra l’Etna e le ultime propaggini dei Nebrodi, sorge su un lastrone di basalto lavico, a strapiombo sul fiume Alcantara, e domina una vasta area verde e rigogliosa: il color d'oro delle montagne argillose, da una parte, e il nero del massiccio vulcanico, dall’altra, fanno da sfondo ad un paesaggio reso ancora più suggestivo dalle rovine delle mura di cinta e dall’antico e turrito castello, che sovrasta con la sua mole l’ampia timpa di San Giovanni.

La struttura urbanistica della città è tipicamente medievale. Sempre risparmiata dal magma – benché sia il centro più prossimo al cratere principale del vulcano – la cittadina acquista importanza in età sveva, divenendo ben presto centro di raccolta delle merci per il bacino montano dei Nèbrodi. Nel 1154, l’arabo Idrisi la descrive traboccante di mercanti.

La cittadina è caratterizzata dalla presenza di viuzze strette, tracciate a semicerchio per rendere maggiore la luminosità e la circolazione dell'aria per ogni abitazione, grandi piazze, chiese e scalinate, terrapieni verdi con pergolati di viti e alberi da frutto, palazzi con facciate decorate da artistici portali in pietra lavica e bifore e trifore finemente ornate; una città costruita per ospitare una popolazione composita quale quella che si era da poco lasciata alle spalle l’Alto Medioevo.

La sua struttura si equilibra nei tre poli cui fanno capo le diverse comunità etniche : i latini alla chiesa di S. Maria, i greci alla chiesa di S. Nicolò, i lombardi alla chiesa di S. Martino. E l’equilibrio della comunità è mantenuto concedendo a ciascuna di queste chiese, e conseguentemente alle etnie, il ruolo di Cattedrale per un anno (solo dopo il 1916 a S. Maria sarà definitivamente assegnato il titolo di Matrice).

Città assai fiorente attraversata da una strada di straordinaria importanza per quei tempi, la “via dei monti”, strada interna nel tragitto da Messina a Palermo per evitare i pericoli della pirateria, Randazzo fu una stazione di posta strategicamente importante. Essa divenne , per opera della colonia lombarda, roccaforte dei re normanni già nelle lotte contro gli arabi: di qui passò, lasciando preziose reliquie, il conte Ruggero andando ad espugnare Taormina (1078) e papa Urbano II nel 1089 recandosi a Troina per preparare la Crociata. Prediletta da Federico II di Svevia per le sue stagioni di caccia , fu per suo volere cinta di mura, dotata di otto torri di guardia, tra le quali spiccava il poderoso Castello; fu inoltre fregiata del titolo di Comune Demaniale.

Chiesa di San Martino

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Testimonianza dell'oreficeria siciliana dell'età ellenistica, costituita da due "heliches" d'oro che probabilmente venivano usate come fermatrecce

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Durante il Vespro la sua strategica posizione fu sfruttata da Pietro II d’Aragona che la trasformò in piazzaforte, accampandosi sotto le mura che farà restaurare (1282). La “Fedelissima” Randazzo sarà il quartier generale anche di Federico d’Aragona re di Sicilia quando nel 1300 difenderà Messina dall’assedio degli Angioini; allora al seguito del re, molti nobili casati messinesi si trasferirono a Randazzo, ormai città reale, nella quale la corte aragonese soggiornava durante i mesi caldi. Nel 1300 appare dunque tra le città più importanti della Sicilia con le sue mura merlate, torri, palazzi, un attivissimo commercio (famoso era il “panno di Randazzo” e la sua Fiera Franca) e numerose chiese che reali e nobili colmavano di tesori e privilegi.

La sua fortuna durò finché la Sicilia non fu soffocata dalla politica dei sovrani spagnoli: il secolo XVI segna un lento declino. Anche se il passaggio dell’imperatore Carlo V (1535) sembrò far rivivere i passati tempi di gloria, presto i saccheggi di soldataglie spagnole, l’intollerabile pressione fiscale e una terribile epidemia di peste ridussero i cittadini in ginocchio. Randazzo rimase allora chiusa nel ricordo delle antiche memorie, non ricevendo dai nuovi signori di Sicilia che vani titoli e gravosi tributi; sopravvisse nel culto delle proprie tradizioni finché gli eventi bellici del 1943 non ne decimarono il patrimonio artistico (raso al suolo il 76% dell’abitato), sua ultima ricchezza, che sarà ulteriormente penalizzato dalla ricostruzione e da guasti edilizi anche recenti, situazioni cui oggi sembra si cominci a voler mettere riparo.

 

 

Emergenze monumentali più significative sono le chiese delle comunità etniche. Infatti a fare della città quel centro medievale di inestimabile valore, vero e proprio scrigno di tesori, servì l’antagonismo che si venne a determinare tra le tre chiese, cuori pulsanti delle tre etnie, dei tre diversi quartieri. Su Piazza Basilica affaccia S. Maria (quartiere dei latini) che, di fondazione sveva , costruita tra il 1217 e il 1239, lascia in vista poco delle originarie strutture, pur evocandone l’impianto; la facciata ha un campanile cuspidato, rifatti entrambi nel 1852 – 63, duecentesche sono le absidi a forma di torrioni merlati, mentre sul fianco destro uno splendido portale gotico catalano (secolo XV) completa il repertorio di bifore, trifore e monofore. L’interno a tre navate su colonne di pietra lavica, che l’aggiunta nel primo ‘800 della cupola ha in parte alterato nell’armonia raggiunta con le varie modifiche del Cinque e Seicento, è corredato da numerosi affreschi, tele, marmi intarsiati di varie epoche : tra tutti si segnala, come prezioso documento iconografico, una pittura su tavola (Salvezza di Randazzo), con veduta della città cinquecentesca, posta sulla porta laterale destra e attribuita a Girolamo Alibrandi.

 

 

 

Palazzo Lanza. Abitazione del Trecento, ha conservato in gran parte l’aspetto originale. Le grandi finestre coronate con piccoli rosoni e il marcapiano riccamente scolpito documentano lo stile dell’epoca. Un tempo quasi certamente possedeva un piano superiore abbattuto per motivi di sicurezza. All’interno si conservano tracce di arredi medievali e piccoli portali ad ogiva in pietra pomice nera.

Via degli Archi. E’ l’antica via delle Volte di S. Nicola che faceva parte di un complesso conventuale che comprendeva anche la chiesetta della Volta, alla fine della strada. E’ pregevole per lo scorcio panoramico e perché racchiude elementi fondamentali dell’architettura civile del Trecento randazzese: i semplici e forti archi a sesto acuto, in conci di pietra pomice e la splendida bifora con ghiere lavorate e la colonnina attorcigliata in pietra bianca.

Chiesa di S. Nicola (quartiere dei greci) E’ la seconda chiesa basilicale e la più grande della diocesi di Acireale (per questo ebbe da Pietro d’Aragona il privilegio di accogliere le assemblee generali civiche). Della costruzione medievale restano le sole absidi poligonali merlate, mentre la facciata e l’interno sono della fine del Cinquecento, opera dell’architetto Andrea Calamech. Il campanile, incompleto, fu ricostruito nel 1783. Nell’interno, a croce latina, gravemente danneggiato durante l’ultima guerra, si conservano numerose opere dei Gagini, fra le quali una notevole statua di S. Nicola in cattedra, posta all’altare del braccio sinistro del transetto e firmata da Antonello (1523).

   

Da Piazza S. Nicola si prosegue la visita attraverso l’intrico delle stradine medievali che portano al quartiere S. Martino.

Palazzo Reale. Fondato nel XIII secolo, occupava una vasta area e possedeva un secondo piano abbattuto dopo il terremoto del 1693. Servì per tutto il Trecento per accogliere la Corte che da Palermo usava trascorrere a Randazzo il caldissimo periodo estivo , qui temperato da venti freschi e piacevoli. Oltre che per il clima la scelta era giustificata dal fatto che Randazzo era città demaniale e roccaforte cinta di mura lungo la strada “dei Monti”.

Campanile e chiesa di S. Martino (quartiere dei lombardi) La chiesa è di fondazione sveva (secolo XIII), ma il campanile sulla destra è trecentesco. Il più bel campanile medievale di Sicilia presenta una gradevole alternanza di pietra scura e chiara (lava e calcare) e una gran varietà di decorazioni complesse nelle eleganti bifore e trifore che lo adornano. Da notare i bei capitelli scolpiti con fantasia nel primo ordine di finestre e i simboli astrali nelle campate delle trifore del terzo ed ultimo ordine in alto. Il campanile è orientato astronomicamente. 

 

 

 

 

L’interno cinquecentesco, ospita tele di scuola gaginesca e un polittico (Madonna, S. Lucia e S. Marta) attribuito ad Antonello de Saliba.

Di fronte alla chiesa il Castello Svevo, resti della cittadella medievale. La torre più grande delle mura, con alloggi, armeria, scuderia e carceri, ospitava il Capitano di Giustizia, ufficiale regio che amministrava la giustizia e controllava la piazzaforte militare con la relativa guarnigione. Simbolo del potere centrale, dopo il quattrocento fu ceduto a famiglie baronali che lo trasformarono in residenza privata e successivamente in carcere e luogo di sommarie esecuzioni, di cui restano ampie tracce all’interno e tristi ricordi di vessazioni e soprusi. Guarda verso occidente e verso la porta di S. Martino da cui si usciva per proseguire verso Troina e, attraverso i monti, verso la capitale della Sicilia. L’edificio ospita la collezione archeologica “Paolo Vagliasindi” con interessanti reperti vascolari di epoca classica (V – II secolo a.C.), monete e bronzi di vari periodi e una collezione di 22 pupi siciliani di scuola catanese, alti ciascuno 130 cm.

 

Manifestazioni caratteristiche

-          Processioni della settimana Santa (in particolare quella del venerdì, con uscita delle “vare” di Cristo crocifisso e della Madonna Addolorata, portata a spalla con illuminazione, canti e preghiere)

-          Luglio – agosto “ Festa Medievale” con corteo storico del Quattrocento, musica e teatro in piazza, giullarate e gara di tiro con l’arco.

-          15 agosto: processione della “Vara” della Madonna Assunta, carro trionfale alto circa venti metri animato da personaggi veri in costume, trainato lungo tutto il corso principale. La processione risale alla metà del Cinquecento.

-          Natale : grandi falò nelle piazze.

Randazzo oltre che per i monumenti e per il clima temperato montano, si propone quale meta per l’enorme potenziale di bellezze paesaggistiche: è la cittadina più vicina all’Etna, il più grande vulcano attivo d’Europa, e si pone a cerniera tra il Parco dell’Etna e quello dei Nebrodi.

 

 

 

A nord, i Nebrodi (Parco Regionale dal1993), il cui territorio è costituito prevalentemente da boschi che, per le favorevoli condizioni di umidità della zona, rappresentano una testimonianza vegetale vivente dell’ultima glaciazione e che, insieme a numerosi torrenti, laghetti e stagni, danno una sicura garanzia di stabilità ecologica per la ricchissima fauna presente.

A sud, l’Etna, con i suoi 3323 metri di altitudine domina l’intera costa ionica siciliana e sovrasta la città. Vulcano attivo, istituito a Parco Regionale nel 1987, con i suoi deserti lavici, le colate brulle che squarciano la vegetazione, a volte creando vere e proprie isole di verde circondate da magma raffreddato, e con i boschi di pini, betulle e faggi (questi sono i più meridionali e, superando i 2000 metri di quota, anche i più alti d’Europa) crea un ambiente di alto interesse scientifico e di grande valore ecologico.

A est, la Valle dell’Alcantara , un fiume che ha le sue origini tra i pascoli montani e si sviluppa lungo gole scavate nei basalti lavici formando un aspetto geologico e un paesaggio che ha dato motivo per l’istituzione di una Riserva Naturale.

I dintorni di Randazzo offrono valide ed attraenti opportunità per l’escursionista, con sentieri attrezzati che attraversano tutta l’area, dai fiumi alle montagne.

Possibilità di pernottamento nei rifugi forestali, bird – watching, turismo equestre, passeggiate nei boschi e lungo le spettacolari colate laviche.

Il Museo Civico di Scienze Naturali, che comprende, tra l’altro, una collezione ornitologica tra le più importanti d’Europa, con oltre 2200 esemplari catalogati, è uno strumento didattico e scientifico di alto valore per studiosi e scolaresche.

Il Centro Visite, nel cuore del centro storico della città, ospita particolari aspetti della natura (flora, fauna, minerali e rocce) e della civiltà locale, con laboratori didattici anche multimediali, una sala proiezione ed un ufficio informazioni, collegato ai due Parchi.

 

Notizie Utili 

Notizie Utili 

Ufficio Turismo del Municipio : Tel. 095-7990064

 

Corpo Forestale : 095-921124

 

Pronto Soccorso: Tel. 095-923755

 

Musei:

Museo di Scienze Naturali (Museo dell'Etna e raccolta ornitologica Priolo orario di apertura 8.00-12.00 e 15.00-19.00) Piazza Roma

Castello Svevo (Museo collezione archeologica Vagliasindi orario di apertura 9.00-13.00 e 16.00-20.00)

Museo del Muratore e Volontariato per i beni culturali Chiesa di S. Barbara    Tel. 095-923636

 

Biblioteca Comunale (16.00-20.00) via Carioli,1

Tel. 095-923971

Istituto Salesiano (17.00-19.00) piazza Don Guidazio

Tel. 095-921024

 

Hotel -  Ristoranti

Hotel Scrivano, Piazza Loreto - Tel. 095-921433 opp. 921126

Azienda Agricola "L' Antica Vigna"

C.da Montelaguardia  - Tel. 095-924003

Masseria del "Pino" Montelaguardia  - Tel. 095-533557

 

Alloggi : 

Per affittare piccoli appartamenti in vecchie case del centro storico telefonare all'Ufficio Turismo del Comune di Randazzo

Tel. 095-799.0064

 

Ristoranti e Pizzerie

Hotel Scrivano - Ristorante "Le delizie"
Via Bonaventura, 2
- Tel. 095-921126

Trattoria Veneziano, via dei Romano, 8 - Tel. 095-921418

Pizzeria "La Fontana" - piazza Bixio - Tel. 095-923621

Pizzeria "La Ginestra" - via IV Novembre - Tel. 095-799.1864

Ristorante "La Trottola" - via Basile - Tel. 095-921187

Trattoria Romano - via Bonaventura

Ristorante Pizzeria "Il Vigneto", contrada Arena

Ristorante Pizzeria "Il Sogno". c.da Statella - 

Tel. 095-799.1218

Pizzeria e Sala Ricevimenti "Bristol Park", c.da Calderara

Tel. 095-921460

Si ringrazia il comune di Randazzo per le preziose informazioni forniteci.