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CHIESA DI MARIA SS. IMMACOLATA
 
 

 

La Chiesa principale è dedicata a Maria SS. Immacolata, si erge al centro del paese sulla piazza centrale in stile rinascimentale composito. La Chiesa, solenne ed armoniosa vanta un interno ricco di pregevoli decori ed un lucente cromatismo della facciata realizzata con la bianca pietra di Siracusa. La sua storia è strettamente legata alla storia dell’ arcipretura parrocchiale, istituita nel 1901. L’autonomia della Parrocchia si raggiunge, infatti, dopo solo qualche anno dall’apertura al culto della Chiesa realizzata con tanti sacrifici ma con altrettanta fede.

Già dall’8 dicembre del 1854, quando il Papa Pio IX dichiarò dogma di fede l’Immacolata Concezione, nei cittadini di Fiumefreddo sorse il desiderio di costruire una Chiesa a Lei dedicata. Antichi atti documentano che nella seduta comunale del 21/10/1862 si decise di stanziare un primo fondo che ammontava a £. 680 e 76 centesimi “per costruire una nuova Chiesa di utile interesse e di estrema urgenza”. I lavori per la costruzione della nuova chiesa durarono 15 anni ed il 22 luglio 1877 la Chiesa fu apertura al culto. Gli anni seguenti vedono realizzate diverse opere che abbelliscono e decorano l’interno della Chiesa: nel 1880 il sig. Francesco De Maria, scopritore delle sorgenti d’acqua potabile, donò una preziosa statua della dell’Immacolata, pregevole opera di legno ricavata dello scultore A. Saccà da Messina. 


Chiesa Madre di Maria SS Immacolata: la navata centrale e il presbiterio

Intanto, nel 1901 veniva istituita la Parrocchia Maria SS. Immacolata, prima si aveva solo una Cappellania Curata. Nello stesso anno fu costruito l’organo liturgico ad opera degli organari Giudici-Laudani di Palermo ornato nel 1927 con la facciata in legno che ancora oggi ammiriamo. Nel 1906 l’arciprete Salvatore Patanè diede inizio ai lavori per la costruzione della navata destra, essendo ormai la navata centrale insufficiente ad accogliere i numerosi fedeli, completata negli solo negli anni 30. Ma il funesto terremoto del 1908, che distrusse la città di Messina, provocò seri danni alla Chiesa; la volta della navata maggiore crollò per buona parte e l’arciprete Patanè fu costretto a chiudere per tre mesi la Chiesa per il pericolo di nuovi crolli. Nel 1922, con il contributo dei Fratelli Cristaldi, la Chiesa si arricchisce dell’altare maggiore in marmo. 

Ma ancora un altro terremoto danneggiò la Chiesa, nel 1923, e questo evento coinvolse tutti i fedeli che si impegnarono a mettere insieme le somme utili alle riparazioni, a dimostrazione della solida fede che li pervadeva. La storia della Chiesa è un susseguirsi di date corrispondenti alla realizzazione di migliorie non solo per gli interni ma anche strutturali dell’intero edificio: nel 1932 fu costruito l’altare dedicato a S. Antonio da Padova; nel 1938 alcuni fedeli donarono un prezioso fercolo in legno di tiglio scolpito con pannelli della vita di S. Antonio dello scultore Della Giustina, che permise la celebrazione della solennità del Santo.

Nel 1941 il parroco Don Antonino Catalano inizia i lavori per la costruzione della nuova Cappella dedicata all’Immacolata che fece decorare dal pittore romano Primo Panciroli con affreschi riproducenti il dogma dell’Immacolata: all’ingresso raffigurò i Profeti Mosè ed Isaia, nelle pareti laterali l’annunciazione, il sogno di San Giuseppe e immagini dell’Antico Testamento, ai lati gli Arcangeli Michele e Gabriele e, nella volta, l’incoronazione di Maria Santissima. Nel 1953 si diede avvio ai lavori per la costruzione della navata sinistra e del campanile alto 36 metri; nel 1954, Anno Mariano e 1° Centenario del Dogma dell’Immacolata, fu donato il pulpito in legno di tiglio, eseguito dalla ditta Stuflesser di Ortisei Val Gardena, e la balaustra in marmo pregiato del presbiterio.

Il 27 luglio del 1977, in occasione del primo centenario dell’apertura al culto della Chiesa, S.E. Mons. Ignazio Cannavò, illustre concittadino, celebrò la cerimonia di consacrazione della Chiesa a Maria SS. Immacolata ed in quell’occasione fu posta in cima al campanile una statua della Madonna, in vetro resina, alta cinque metri, copia analoga a quella venerata all’interno della Chiesa, che tutt’oggi si innalza imponente caratterizzando l’intero Comune

 
 
 
 
 
 
 

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