Occhiolà è un antico borgo mediavale posto sui tre crinali della collina di Terravecchia. Il paese si sviluppava lungo un unico asse viario principale. Dalla strada principale si sviluppavano tante stradine strette e tortuose e sulla parte della collina si trovava il castello del principe.
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1 La popolazione
1.1 Condizioni economiche
1.2 Situazione sociale
1.3 La terribile notte
2 Gli aiuti del Principe
3 Collegamenti esterni
La popolazione [modifica]
Condizioni economiche [modifica]
Nell'antico paesino di Occhiolà vivevano circa tremila abitanti la maggior parte coltivatori della terra, pochi i braccianti. Quasi ogni contadino aveva la sua casetta ad un solo piano terreno; poche erano le famiglie che abitavano in case con diverse stanze. Per l'angustia delle case molte cose si facevano sulla strada; si spaccava la legna, si rigovernavano le stoviglie, sulla strada le donne filavano, cucivano e discutevano sulle loro giornate.
Situazione sociale [modifica]
Una piccolissima parte della popolazione era costituita da medici, notai e uomini di legge. Un'altra piccola parte era costituita dagli artigiani cioè da fabbri, sarti, falegnami, barbieri.
La terribile notte [modifica]
Gli antenati hanno formulato questo detto:
All'unnici di innaru
a vint'unura
cu sutta li petri
cu sutta li mura. [senza fonte]
Domenica 11 gennaio 1693 verso le ore 14, mentre la popolazione cercava di sistemare le proprie case danneggiate dal terremoto avvenuto il venerdi 9 gennaio, una fortissima scossa distrusse il piccolo paesino di Occhiolà. Dopo il terremoto il cielo si fece nerissimo e si scatenò un fortissimo temporale. Tutti i superstiti, pieni di paura, di disperazione e di angoscia abbandonarono il territorioe si avviarono, una parte verso l'eremitorio Madonna del Piano e un'altra parte verso le campagne di Margi e Camemi.
Gli aiuti del Principe [modifica]
I giurati di Occhiolà pensarono di informare il principe di quanto era accaduto, cosi' per mezzo di un corriere gli inviarono una lettera. Il principe Don Carlo Maria Carafa, che abitava a Mazzarino si mostrò molto disponibile ad aiutare la popolazione e inviò nel suo territorio di Occhiolà, tanti viveri da distribuire ai superstiti. Occhiolà prima del terremoto contava 2910 abitanti, col terremoto ne morirono 1516. Dalle rovine di Occhiolà nacque l'odierna Grammichele, città a pianta esagonale, voluta dal principe Carlo Maria Carafa su disegno dell'architetto Fra' Michele da Ferla.
Nella zona di Occhiolà sopravvisse la chiesa e l'eremo della Madonna del Piano.
Nel 1993, in occasione del 300° anniversario, si avviò la realizzazione del Parco Archeologico di Occhiolà, interessato da frequenti campagne di scavo.
Occhiolà è indicata come l'antica città greca di Echetla. I reperti archeologici sono conservati presso il locale museo comunale di Grammichele e presso il Museo Archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa.
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