STORIA
Centro forse fondato dagli arabi, , che diedero il nome di “Al-Quariah-al Fusà “(villaggio spazioso), donato nel 1090 dal conte Ruggero alla discesi di Messina.
Domina dall’alto, l’intera vallata del Rosmarino; interessante tra l’altro è la “Grotta del Lauro”, per le stalattiti e stalagmiti.
Il suo nome, Alcara Li Fusi, lo si deve anche perché era molto fiorente, l'industria dei fusi per filare la lana , la seta e il lino.
MONUMENTI
Alcara conserva in alcune zone , specie nel quartiere "Motta", uno dei primi nuclei abitati della cittadina, il fascino dell'antico con i suoi caratteristici vicoli medievali che ricordano i tipici quartieri arabi.
Del "Castello Turio" che domina il paese rimangono alcuni ruderi tra cui una torretta quadrata .
Ai piedi castello si trova la caratteristica fontana "Abate" con sette grandi getti d'acqua.
Nella Chiesa Madre dedicata a San Pantaleone troviamo una tela, Sant'Antonio abate, firmata e datata dal Tancredi, 1715.
Notevole è la Chiesa Madre con le absidi ed il campanile del XVI sec., all'interno della quale conserva interessanti opere quali il San Nicolo' Politi, di Filippo Tancredi, l'urna in argento dello stesso Santo, opera di Paolo Guarna, del 1581. ed un pregevole organo del XVII sec..
Interessante monumento rinascimentale è la Chiesa del Rosario con un elegante portico del XV secolo.
Nella Cappella del Rogato, un tempo annessa ad un monastero basiliano, è ancora possibile ammirare uno splendido affresco murario bizantino che raffigura la morte della Vergine.
Da visitare in un ambito di particolare bellezza l'antico eremo di San Nicolò Politi.
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