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Chiesa di S.
Maria Maddalena (clicca
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Incerte
sono le origini di Buccheri, il comune più alto della provincia di
Siracusa. Il territorio è ricco di una serie di capanni pastorali,
costruiti con tecnica megalitica, testimonianza della presenza
dell’uomo fin dai tempi più antichi. Il mito ricorda che in
queste contrade il pastore Dafni pascolava i suoi armenti e le sacre
vacche di Hera, al suono del flauto.
La
storia della Buccheri medievale inizia con la fondazione, sui ruderi
di un precedente fortilizio, del Castello, in epoca Normanna. Un
minuscolo borgo si raccolse ai suoi piedi, nell'area fra la Piazza
Fratti e i dirupi del colle Tereo. La cittadina fu eretta a contea
durante la guerra del Vespro.
L’originario
sito era più a monte dove sono visibili resti del castello.
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Buccheri,
infatti, fu distrutta dal terremoto del 1693, i morti furono quasi
400, le chiese e i palazzi furono rasi al suolo, distrutte le povere
case in muratura. Il disastro spinse le maestranze locali a
procedere ad una revisione del tessuto urbano: il centro medievale
rimase addossato al pendio del castello e il nuovo paese fu
ricostruito nella sottostante vallata. Qui fu spostata la Chiesa Madre, dedicata a S. Ambrogio di Milano. Questa sorgeva un
tempo ai piedi del castello e dominava col suo alto torrione la
sottostante piazzetta. Dopo il terremoto fu disegnata la pianta e
sistemata la chiesa, ma la facciata fu appena iniziata e mai
completata.
Non
distante dalla Matrice è la piazza
dei Canali, oggi centro del paese. Un tempo vi sorgeva un
monumentale abbeveratoio con una fontana, di cui è rimasta solo la
fontana dei “4 canali”, del 1585.
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Chiesa Madre
Navata destra
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Chiesa
di S. Andrea (clicca
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Dalla
piazza percorrendo la Via Vittorio Emanuele si raggiunge la chiesa
della Maddalena, dalla ricca facciata, conserva al suo interno
una statua marmorea di Antonello Gagini.
L’aggregato
urbano è dominato dalla monumentale e altissima chiesa
di S. Antonio Abate, che dalla sommità di un’imponente
scalinata (1911) e grazie ai tre ordini digradanti è l’elemento
architettonico qualificante dell’intero paese. La facciata si deve
a Salvatore Alì, che la disegnò nel 1792 e la completò nel 1815.
La chiesa fu realizzata dall’architetto Ferrara e da Corrado
Scarrozza e completata nel 1728. Nel 1756 Giuseppe Gianforma
realizza gli stucchi all’interno.
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Di
fianco alla chiesa, sorge il Palazzo
Cosentino (XVIII secolo). Attraverso un basso arco si accede
alle strette viuzze che portano al Castello,
che con la sua mole dominava il paese. Oggi ne restano solo alcune
tracce come la torre meridionale, la cinta muraria e la torre
centrale o maschio. Dal castello possiamo godere di un panorama di
straordinaria suggestione: piana di Catania, i boschi comunali, le
pendici del monte Lauro (m. 986), la cuspide degli Iblei.
Lungo
la strada Buccheri – Lentini, a otto chilometri dal paese si può
visitare la Cava della Stretta, straordinario canyon, dalle pareti a strapiombo,
grotte e cunicoli spesso inaccessibili. Lungo la stessa strada
provinciale si incontra, isolata nell’aperta campagna, la chiesa di S. Andrea del XII secolo.
I
boschi che circondano il paese costituiscono degli interessanti
itinerari naturalistici.
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Niviera (clicca
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Il
Bosco di S. Maria si estende ad ovest del paese. Vi si trova la
suggestiva chiesa di S. Maria
delle Grazie, del secolo XVIII.
Il
bosco è attrezzato per il campeggio e le escursioni seguendo
sentieri naturalistici ed è possibile raccogliere funghi quali
lattari, boleti, lepiote, pretaioli, ecc. Dalla pineta, seguendo una
pista, si raggiunge la cima del Monte Lauro, un antichissimo vulcano spento, nel cui cratere si
scava ancora la pietra lavica. Dal Monte Lauro hanno origine i corsi
dei fiumi: Anapo, Leonardo, Irminio. In prossimità delle sorgenti
dell’Anapo, in contrada Guffari, si trovano resti di antiche
masserie, dominate dalla città greca di Casmene,
fondata nel VII secolo.
A
circa cinque chilometri dall’abitato si trovano il Bosco di Pisano
e il Bosco di Frassino, complesso forestale di rilevante interesse
naturalistico e scientifico, dall’estensione totale di circa 600
ettari. E’ uno dei pochi esempi di vegetazione forestale naturale
di tutto il comprensorio ibleo.
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NOTIZIE
UTILI |
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