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Splendido
panorama di Noto
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Noto
è una delle città più belle della Sicilia ed offre un panorama
architettonico unico al mondo, per l’unità e l’armonia di uno
stile barocco dal carattere solare e floreale, enfatizzato dal
colore rosato della pietra usata per costruire la città. Noto ha
origini molto antiche che risalgono alla preistoria. Prima
dell’evento sismico dell’11 gennaio 1693, la città sorgeva
sull’altopiano dell’Alveria, dove, nel corso dei secoli, si sono
susseguite diverse civiltà: sicula, greca, bizantina, araba,
normanna, sveva, aragonese, spagnola.
Ideata
come città aperta in virtù della sopravvenuta spazialità barocca,
il nuovo centro urbano fu ricostruito sul declivio del Colle Meti in
un assetto urbanistico regolare, solcato da strade dritte e
parallele, intervallate da scenografiche piazze ed imponenti
scalinate che raccordano terrazze e dislivelli. La nuova
articolazione urbanistica è impostata su una strada che divide in
due parti la città. Questo progetto fu ben accolto
dall’aristocrazia locale, che si insediò lungo le vie principali
realizzando i propri palazzi di rappresentanza. La posizione di
leggero declivio, l’equilibrio nella dimensione delle piazze e la
simmetria degli edifici contribuirono alla realizzazione di
prospettive e articolazioni che determinano l’eccezionale qualità
scenograficamente barocca della nuova città.
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Monastero
del SS. Salvatore
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Area
Major Ecclesiae (Piazza del Duomo)
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Itinerario
barocco:
Prende
l’avvio da Piazzale Marconi,
il salotto d’ingresso della città. E’ qui posta la statua
bronzea del santo patrono, il nobile piacentino Corrado Confalonieri.
L’entrata al centro storico si ottiene attraverso la Porta
Reale o “Ferdinandea” di stile ottocentesco, di là della
quale si delinea l’eccezionale arteria culturale ed urbanistica
della città: il Corso
Vittorio Emanuele; seguendo il Corso si toccano le tre piazze
centrali. La prima tappa è Piazza Immacolata, con la Chiesa
di S. Francesco all’Immacolata e l’annesso convento
progettato dagli architetti Gagliardi e Sinatra. La chiesa sorge in
cima ad una monumentale scalinata, nell’armoniosa facciata spicca
il bel portale fiancheggiato da preziose colonne di puro barocco.
L’interno, ricco di stucchi, è a navata unica e a croce latina.
Presso l’altare maggiore, una statua dell’Immacolata di legno
dorato, attribuita ad Antonio Monachello, datata 1564, probabilmente
da Noto Antica; su un altare laterale la lapide funeraria marmorea
di fra Giuseppe Bonasia (+ 1575) recuperata nella Città Antica fra
le rovine della duecentesca chiesa del santo. Interessanti dipinti
del XVIII secolo adornano gli altari laterali. La scenografia è
caratterizzata dalla splendida scalinata della chiesa, chiusa
lateralmente dalla morbida curva del Monastero del SS. Salvatore,
culminante nella svettante torre del belvedere del Monastero, nel
Settecento appartenente alle monache dell’alta nobiltà siciliana.
Per tutto il lato sud del monastero corrono 13 finestre con gelosie
di ferro ricurve verso l’esterno, riccamente incorniciate da
motivi floreali di pietra dorata.
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Proseguendo
lungo il corso, sulla sinistra, si ergono il Monastero
delle Benedettine e la chiesa
di Santa Chiara, opera certa del Gagliardi. L’interno, animato
da stucchi, dalla preziosa pianta ovale circoscritta da dodici
colonne, custodisce una Madonna col Bambino attribuita ad Antonello
Gagini.
La
seconda piazza rappresenta lo spazio centrale della città: si
tratta della piazza del
Municipio, dove si allarga l’imponente scalinata del duomo.
E’ uno spazio urbano di eccezionale suggestione, somma di tante
presenze ognuna delle quali è un piccolo capolavoro:
La
Cattedrale, dedicata a S.
Nicolò, presenta una ricca facciata scandita da un doppio ordine di
colonne e chiusa ai lati da due campanili. Il portale di bronzo,
opera dello scultore netino G. Pirrone, raffigura episodi della vita
di S. Corrado Confalonieri. Il suo ricco interno è oggi inagibile
per il crollo della cupola e del tetto della navata centrale,
verificatosi il 13 marzo 1996.
A
destra della Cattedrale si trova l’ottocentesco Palazzo
vescovile, mentre a sinistra si trova il palazzo
Landolina del XVIII secolo, dei marchesi di S. Alfano, la più
antica famiglia nobiliare netina di origine normanna. La facciata è
di un elegante stile classico barocco. Nel cortile interno due
sfingi marmoree custodiscono la bella rampa di scale che conduce ai
piani superiori. All’interno, che conta numerosi vani, si possono
ammirare preziosi affreschi in alcuni saloni.
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Chiesa
di S. Agata
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Particolare
della Cattedrale |
Il
prospetto della Basilica del
San Salvatore, austero ed imponente, dalle linee classiche di
tardo settecento, opera degli architetti Mazza e Gigante, aggetta su
un piccolo sagrato di pietra calcarea. L’interno della basilica,
prezioso per le sue decorazioni in oro zecchino, circoscritto da una
serie di cantorie un tempo riservate alle suore dell’ordine
claustrale, è ad unica navata, con andamento ovoidale, immersa in
una mistica penombra. Sulla volta campeggiano gli affreschi del
pittore netino Mazza, agli altari quattro tele attribuite al Velasco,
di cui una ne apporta la firma (1808) e un organo artigianale di Del
Piano.
L’elegante
Palazzo Ducezio oggi sede municipale, occupa lo spazio antistante
Piazza Municipio, esattamente di fronte alla Cattedrale, a
simboleggiare la perfetta corrispondenza dei due poteri, civile e
religioso, della città settecentesca. E’ opera dell’architetto
Sinatra, fu iniziato nel 1746 ma completato solo verso il 1830. Nel
1951 fu sopraelevato, con unanime riprovazione dei cultori d’arte,
i quali videro deturpata la neoclassica bellezza del monumento. La
facciata è un trionfo di colonne. All’interno, l’elegante
salone di rappresentanza, a pianta ovale, è ricco di ori e stucchi
e arredato in stile Luigi XV. Sulla volta un grande affresco
neoclassico di Antonio Mazza: il leggendario Ducezio mentre fonda
l'antica Neas sul monte Alveria.
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Dirigendosi
verso Via Ducezio, dietro l’omonimo palazzo, si raggiunge la chiesa
di Santa Maria dell’Arco, progettata dall’architetto
Gagliardi, è stata la prima sede del Vescovado. Il prospetto della
chiesa è fra i più interessanti della città per l’eleganza del
portale, il cui timpano, ad arco spezzato, è sostenuto da due
colonne tortili di gusto gotico. L’interno, ad unica navata,
propone pregevoli tele artigianali nelle cappelle laterali e
nell’altare maggiore; sulla volta si ammirano gli affreschi del
pittore netino Carasi e gli stucchi di Onofrio Russo.
Si
ritorna in piazza Municipio e proseguendo lungo il corso si apre,
sulla destra, la Via Nicolaci: di grande effetto scenografico, su di essa si
affacciano quelli che sono stati definiti i più bei balconi del
mondo, i sei artistici mensoloni di Palazzo
Nicolaci del Principe di Villadorata, in stile puramente
barocco, raffiguranti sirene, chimere, mascheroni grotteschi,
centauri, grifoni, sfingi, rinchiusi dalle sinuose inferriate
ricurve. Gli spazi interni sono distribuiti su 90 vani; di grande
interesse i tre saloni giallo, rosso e verde con ricchi broccati e
volte armoniosamente affrescate. Degno di ammirazione è il superbo
salone delle feste, la cui volta fu affrescata con soggetti
raffiguranti scene mitologiche ed alcuni elementi simbolici relativi
ai passatempi di don Giacomo Nicolaci.
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Chiesa
di San Domenico
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Eremo
di S. Corrado fuori le Mura
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In
un’ala è ospitata la Biblioteca
Comunale, arricchita di pregevoli volumi, codici miniati,
edizioni rare, manoscritti cartacei e membranacei, ritratti di
illustri netini.
La
terza domenica di maggio, è allestita nella Via Nicolaci,
l’Infiorata- Primavera Barocca (saluto alla primavera). E’ uno
spettacolare tappeto di fiori allestito da artisti locali. La
manifestazione propone ogni anno un tema diverso: religioso,
mitologico, di cultura popolare. Iniziative musicali e di
intrattenimento, itinerari sacri e concerti barocchi si svolgono
nelle chiese e fanno da contorno culturale alla manifestazione.
Il
prospetto concavo della
Chiesa di Motevergini (1750) chiude ad incanto la Via Nicolaci:
l’effetto scenografico è al massimo. L’interno custodisce un
prezioso altare di marmi policromi di notevole plasticità e quattro
pregevoli tele attribuite al Carasi.
Ancora
lungo il Corso si incontra la chiesa
dei Gesuiti, con il suo vivace prospetto concavo a tre ordini.
La volta è adorna di affreschi attribuiti al Carasi e sulla
cantoria vi è un organo artigianale del ‘700.
Annesso
alla chiesa c’è l’ex Collegio
dei Gesuiti che si sviluppa per tutto l’isolato fino
all’angolo di Piazza XVI Maggio. Il prospetto è ricco di aperture
e fregi.
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Conclude
il racconto architettonico di Corso Vittorio Emanuele la Piazza
XVI Maggio; il nome risorgimentale ricorda i moti antiborbonici
del 1860.La piazza è limitata da un lato dalla chiesa
di San Domenico e dall’omonimo convento. La chiesa, capolavoro
del Gagliardi, è la più colta realizzazione del barocco siciliano,
dalla facciata convessa e dalle colonne, nel pomeriggio illuminate
dal sole, si sprigionano i riflessi del barocco dorato, pieni di
plasticità e armonia. L’interno è a croce greca allungata,
l’altare maggiore è impreziosito da marmi rossi e bianchi e dal
ciborio settecentesco in legno dorato del Basile, che racchiude una
Vergine col Bambino.
Sull’altro
lato della piazza si attesta una nota di diversità architettonica,
l’ottocentesco Teatro comunale. La facciata è arricchita da statue simboliche,
composizioni di arpe, violini e trombe intrecciate a motivi
floreali. L’interno conta 450 posti a sedere.
Scendendo
da Piazza XVI Maggio e svoltando per Via Ducezio, su di una
piazzetta, sorge la chiesa di Santa Maria del Carmelo (1730), che fa da sfondo a questa
via. L’interno e il fronte concavo sono ricchi di fregi, putti e
fastosi capitelli. Un prezioso ciborio dorato con Madonna del
Carmelo attribuita al Monachello e acquasantiere di Noto Antica.
Parallela
al Corso si svolge la Via
Cavour, dove si affacciano i palazzi nobiliari in stile tardo
barocco: Palazzo di Lorenzo dei
Marchesi di Castelluccio; Palazzo Astuto, nell’ottocento sede di un famoso museo, pinacoteca
e numismatica, Palazzo
Trigona dei marchesi di Cannicarao, i cui saloni sono affrescati
con dipinti del pittore netino Mazza.
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 Chiesa
di S. Francesco all'Immacolata
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Palazzo
Nicolaci di Villadorata,
particolare
del salone delle feste
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Una
galleria architettonica dalla sontuosa prospettiva con le
particolari balconate ricurve in ferro battuto e gli ampi giardini
all’interno.
Salendo
la scalinata antistante Palazzo Trigona e attraversando Via
Mariannina Coffa, si arriva a Noto Alta. Si incontra in Via Impellizzeri il palazzo omonimo,
tuttora in parte abitata dai baroni di S. Giacomo. Di stile tardo
barocco, conta oltre 60 vani. Il prospetto è di elegante stile
neoclassico e chiude, come un fondale, l’aspetto scenografico
della città per chi guarda da sud.
Percorrendo
via Sallicano, si giunge in piazza Mazzini, in cui sorge la chiesa
del SS. Crocifisso, progettata dal Gagliardi. E’ l’edificio
religioso più importante di Noto Alta. La facciata ha un ricco
portale barocco, tuttavia è rimasta incompiuta. L’interno, a
croce latina, è diviso in tre navate, ed offre pregevoli opere
d’arte: la pregevole Madonna della Neve, autentico capolavoro
dell’arte rinascimentale dovuto allo scultore dalmata Francesco
Laurana (1471), un Cristo piagato, due leoni romanici in pietra e in
una teca d’oro la Santa Spina, provenienti da Noto antica. Nel
presbiterio si ammira un Crocifisso di legno dorato progettato dal
Gagliardi e, in fondo a sinistra, l’artistica Cappella Landolina,
dal nome della famiglia che, nel corso dei secoli, beneficò questa
chiesa.
Sul
fianco destro della piazza sorge l’ex
Monastero di San Tommaso (1720); ha un bel portale barocco ed è
l’attuale reclusorio penale.
Da
Piazza Mazzini si prosegue verso Via Trigona. Procedendo sulla
destra sorge la Chiesa di S. Agata ed il Convento, del 1710. Ha una
facciata di elegante linea barocca; all’interno si ammirano
affreschi e dipinti del Carasi e, sulla volta, stucchi del Labisi.
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Proseguendo,
si incontra la chiesa di S.
Maria del Gesù con annesso convento, opera del Sinatra.
L’edificio si innalza su monumentali scalinate raccordate da
ringhiere. All’interno su un altare, vi è una Madonna della
Grazia del XVI secolo proveniente da Noto Antica, opera di Pietro e
Paolo Battista.
Itinerario
archeologico - collinare:
Noto
Antica: a 15 km
circa dalla città. Si raggiunge percorrendo la SS 287 Noto -
Palazzolo, oltrepassando il Santuario Santa Maria della Scala.
Sicuramente
già abitata in epoca preistorica, la città ebbe un momento di
particolare splendore nel periodo greco, di cui sono stati messi in
luce i resti del ginnasio e i luoghi di venerazione dei defunti.
Quasi nulla rimane invece del periodo arabo, di cui Noto fu una
delle roccaforti più ricche; grazie a documentazioni iconografiche
che rappresentano la città nel periodo precedente il terremoto del
1693, è stato possibile ritrovare e riportare alla luce i resti del
Castello (1430), della porta Reale e del sistema difensivo urbano.
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 Cava
grande del Cassibile
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Eloro:
il Thesauros dell'Asklepion
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Area
archeologica di notevole interesse, i reperti portati alla luce
sono:
-
necropoli sicule del IX e VIII secolo a.C.
-
rinvenimenti di corredi funerari, oggetti metallici e
vasellame
-
grotta del carciofo (catacomba ebraica)
-
grotta delle Cento Bocche (testimonianza protocristiana)
-
ruderi di un’imponente cinta muraria e del Castello Reale (XI
–XVI sec.)
-
Porta della Montagna
-
resti di un Gymnasium ed Heroa ellenistici (III sec. a.C.)
-
mura ellenistiche
-
testimonianze di chiese medievali, rinascimentali e barocche
-
Palazzo Belludia (XVII secolo)
-
Eremo di Santa Maria della Provvidenza, costruito dopo il
terremoto del 1693.
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Castelluccio:
a 25 km circa dalla città. Si raggiunge risalendo verso la SP Noto
- Testa dell’Acqua, fino all’apposita segnaletica.
E’
un villaggio preistorico abitato sin dall’età del bronzo
(1900-1440 a.C.), che diede luogo ad un’interessante cultura, la
civiltà di Castelluccio, che da qui si diffuse in tutta la Sicilia
sudorientale e meridionale. A testimonianza, si contano circa 200
tombe a grotticella artificiale nella Cava della Signora, sulle
pareti di uno sperone roccioso. Di grande interesse risultano due
portelli di sarcofago incisi a figura spiraliforme, primo elemento
di scultura in Sicilia in epoca preistorica. Il villaggio rupestre
ha lasciato ancora una grande quantità di vasi, giare, manici di
coltelli intarsiati, strumenti vari e una buona ceramica, frutto di
manufatti artigianali custoditi nel Museo Archeologico P. Orsi di
Siracusa. Infine, la Grotta dei Santi è un pregevole esempio di
oratorio rupestre bizantino, in cui il culto fiorì almeno fino al
XVI secolo. All’interno si intravedono decorazioni pittoriche
bizantine e cinquecentesche.
Santa
Lucia di Mendola:
la località si raggiunge ritornando nella SP Noto – Palazzolo,
percorrendo ancora 5 km circa.
Catacomba
cristiana con nicchie funerarie e resti umani; avanzi di colonnati e
altari.
Itinerario
archeologico – costiero:
Dista circa 7 km dalla città. Si raggiunge seguendo la
segnaletica turistica (bivio Noto – Pachino)
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Scorcio
della Riserva di Vendicari
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Noto
Antica: Ingresso
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Calabernardo:
tipico borgo peschereccio, dal pittoresco porticciolo, situato tra
le foci del fiume Asinaro e Tellaro.
Noto
Marina: la
spiaggia di finissima sabbia di colore giallo – oro e il mare
pulito, contraddistinguono il litorale netino, ricco di confortevoli
strutture ricettive e di ristorazione.
Colonna
Pizzuta: il
monumento, così chiamato per la sua forma a “pizzo” (appuntita)
risale al III secolo a.C. e si trova nei pressi di Eloro. Probabile
ossario dei siracusani, pare che sia stato eretto a ricordo della
loro vittoria sugli ateniesi. Alla fine del secolo scorso,
l’archeologo Paolo Orsi vi trovò una tomba ipogeica, contenente
tre letti funebri con resti umani dell’epoca di Ierone II.
Eloro:
edificata come primo insediamento urbano alla fine dell’ VIII
secolo a. C. da un gruppo di coloni corinzi, divenne avamposto di
Siracusa tra il VII e il VI secolo a.C. Doveva grande importanza
strategica alla sua posizione, che domina l’intera valle bagnata
dai fiumi Asinaro e Tellaro. Di questa cittadina non si hanno più
notizie dall’invasione musulmana in poi. Da una campagna di scavi
iniziata dall’archeologo Paolo Orsi, alla fine del secolo scorso,
sono stati messi alla luce i seguenti reperti:
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doppia cinta muraria (ne rimane in piedi un lungo tratto)
-
Koreion (Santuario delle divinità Demetra e Kore, VI – V
secolo a.C.)
-
Latomie
-
cuneo di Teatro Greco (III secolo a.C.)
-
Asklepeion (Santuario e Agorà IV secolo a.C.)
-
fondamenta della Stoà (II secolo a.C.)
-
avanzi di case ellenistiche
-
Basilichetta bizantina del VI secolo d.C. costruita sulla Stoà.
Villa
del Tellaro (Caddeddi): villa
tardo – romana di epoca imperiale del IV secolo d.C., ubicata nei
pressi del fiume Tellaro, rinvenuta negli anni ’70 sotto una
fattoria ottocentesca. Dagli scavi sono stati recuperati mosaici
pavimentali di rara bellezza. Sul piano del disegno e della
policromia sono dei veri capolavori di arte musiva, caratterizzati
da splendide scene mitologiche, scene di caccia banchetti
all’aperto, decorazioni e il riscatto del corpo di Ettore.
Cittadella
dei Màccari: a
sud della riserva di Vendicari. La località, sorta tra il V e il IV
secolo d.C. in seguito agli scavi eseguiti dall’archeologo Paolo
Orsi, vanta reperti archeologici relativi al periodo bizantino.
Nella zona sono state recuperate quattro basilichette bizantine:
“Trigona” è la più importante. La località presenta inoltre
cinque ipogei cimiteriali, due sepolcri a edicola e resti di
abitazioni. Probabile porto anche nel periodo greco romano.
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Noto
Antica : Torre del castello
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Festa
di S. Corrado Confalonieri
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Itinerario
naturalistico:
La
località, a circa 12 km da noto è sulla fascia costiera; si
raggiunge percorrendo la SP Noto – Pachino, seguendo la
segnaletica turistica.
Vendìcari:
i tre pantani, due a nord e uno a sud della suggestiva torre di Vendìcari
prospiciente l’isoletta omonima, costituiscono la protetta e
dichiarata Riserva naturale di Vendìcari. Si estende per 8 km lungo
il tratto costiero e racchiude aspetti naturalistici e storici di
grande interesse. E’ una delle zone umide tra le più importanti
d’Italia, e sicuramente una delle più belle della Sicilia. Le
diversità della zona e le caratteristiche di questo ecosistema
hanno favorito una ricchissima vegetazione… ginepro coccolone,
palma nana, mirto, lentisco, ecc., un punto di sosta e di transito
per l’avifauna, quali fenicotteri, cigno reale, airone, gabbiani,
ecc., nonché la presenza di rarissimi esemplari di rettili.
Riconosciuta
riserva naturale dalla Regione Siciliana nel 1984, essa annovera
numerosi resti di antichi insediamenti, anch’essi posti sotto il
vincolo archeologico.
La
presenza dei pantani, la Torre sveva, l’isoletta di Vendìcari, i
resti dell’antica tonnara, il suo aspetto selvaggio e silenzioso
ne fanno un luogo dal fascino paesaggistico indiscutibile.
Per
agevolare la conoscenza di questo straordinario angolo naturale, è
stata studiata una rete di sentieri natura che consentono ai cultori
del trekking ed ai turisti amanti della natura la penetrazione in
tutto il territorio.
Feste
e tradizioni popolari:
4
– 19 febbraio
Festa
e processione del Santo Patrono, Corrado Confalonieri
L’artistica
Arca argentea è portata a spalla da un’apposita confraternita
munita di stendardi e costumi; seguono i “cili”, grandi ceri
decorati e i fedeli che sciolgono il loro voto nel “viaggiu scausu”
(viaggio scalzo).
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Prima
domenica di marzo
Ottavario
Venerdì
Santo
Processione
della “Santa Spina”
La
reliquia, proveniente dalla Città Antica e custodita in
un’artistica teca d’oro, è portata in processione insieme al
simulacro del Cristo Morto e della Madonna “Addulurata” per le
vie della città.
Domenica
di Pasqua
La
Pace
Incontro
in piazza Municipio, tra i simulacri della Vergine e del Cristo
Risorto.
Seconda
domenica di maggio
Festa
dell’Alveria
Terza
domenica di maggio
Primavera
barocca (saluto alla primavera), Infiorata di via Nicolaci
E’
uno spettacolare tappeto di fiori allestito da artisti locali. La
manifestazione propone ogni anno un tema diverso: religioso
mitologico, di cultura popolare. Inoltre, iniziative musicali e di
intrattenimento, itinerari sacri e concerti barocchi si svolgono
nelle chiese e fanno da contorno culturale all’Infiorata di via
Nicolaci.
Pentecoste
Fiera
di prodotti tipici (risalente al 1427)
16
luglio
Festa
e processione Madonna del Carmine
Fine
luglio / 15 agosto
Festival
internazionale della musica classica
Si
svolge a cura dell’Associazione Concerti Città di Noto.
Agosto
netino
Rassegna
d’arte varia e festeggiamenti in onore del Santo Patrono, Corrado
Confalonieri.
Prima
domenica di settembre
Ottavario
8
dicembre
Festa
e processione della Madonna Immacolata
Natale
(16 dicembre – 25 gennaio)
Mostra
di presepi nella chiesa del Carmine e nei quartieri popolari
15
dicembre – 15 febbraio
Presepe
con pastori del ‘700 della scuola napoletana, presso l’Eremo San
Corrado Fuori le Mura.
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Santuario
di S. Maria Scala del Paradiso
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